La storia vera del crollo della diga che sconvolse Val di Scalve e Vallecamonica agli inizi degli anni 20. Una delle pagine più tristi e sconosciute dello sfruttamento della montagna e delle sue risorse. Impreziosita da una colonna sonora originale, eseguita dal vivo dai maestri Daniele Gozzetti e Davide Bonetti, la storia propone anche sconvolgenti immagini d’epoca. Una vicenda che ha segnato l’economia e lo sviluppo di due valli umili e povere e di migliaia di persone, vittime di una violenta e scellerata avventura industriale.
La vicenda
l monologo tratta della storia del Gleno, diga di sbarramento costruita in alta Val di Scalve e crollata, appena terminata la costruzione, il primo dicembre del 1923. Il crollo avvenne dopo una sola giornata di pieno regime della diga, portata alla massima altezza il 30 novembre del 1923. E’ una vicenda che si tramanda di generazione in generazione, unico passaggio di Memoria e della quale vengono ripercorse le "tappe":
- Le vicende che portarono la fraternità Viganò a edificare la diga del Gleno per poter sfruttare la corrente nei propri cotonifici.
- I difetti di edificazione e gli sbagli di progettazione che portarono alla costruzione di un’opera ad alto rischio di crollo.
- La cronologia della triste vicenda, concentrata negli ultimi giorni prima del disastro, incrociando la vita di Virgilio Viganò, imprenditore milanese padre/padrone della diga e di Francesco Morzenti, guardiano di origini scalvine dello sbarramento.
- Il crollo e la distruzione della Val di Scalve e della Vallecamonica, con un ultimo parallelismo alla tragedia del Vajont, avvenuta esattamente 40 anni dopo quella del Gleno, e al disastro della Val di Stava: storie italiane di distruzione industriale.
Il racconto
Quella mattina, l'1 dicembre 1923, ci fu una telefonata, prima del disastro. A un capo del telefono c'era un tale Giuseppe Bazzana, dal lago d'Iseo, all'altro un suo conoscente: Francesco Morzenti, custode della diga del Gleno. Prende il via in questo modo il racconto di quel che successe, una storia che fa leva su fatti realmente accaduti e storicamente provati, alcuni dei quali invadono fino alla sfera più intima i territori delle due valli.
Della lunghezza di un’ora abbondante, il racconto è intervallato da tre filmati con immagini originali d'epoca e da brani musicali eseguiti da due musicisti. Si apre con "le voci del Gleno" ovvero le testimonianze reali di alcuni sopravvissuti alla tragedia.
Gleno, Vajont, Val di Stava in un unico "contenitore" di Memoria, per un inno al rispetto dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile.
5 MOTIVI
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Ho visto 3 volte questo spettacolo ed ogni volta è stato coinvolgente. La rappresentazione alla diga del Gleno me la ricorderò a lungo, sentire il racconto di Emanuele in quel posto è stato toccante.
Max 11/09/2018
Racconto molto semplice.....ho portato anche mia figlia di 12 anni ed ha capito tutto molto bene...molto coinvolgente .....bravissimo complimenti
Monica 30/11/2018
Il racconto di questa tragedia mi ha rapita dall'inizio fino alla fine, con parole semplici e ragionamenti molto lineari Turelli ha spiegato la tragedia avvenuta nel1923. Ottima la scelta dei brani musicali.
Alessandra Saviori 30/11/2018
Spettacolo particolarmente coinvolgente e toccante...l'interpretazione straordinaria di Emanuele ha saputo suscitare emozioni davvero forti...Complimenti...
Susanna Gazzoli 01/12/2018
Ho visto ieri sera a Darfo questo bellissimo monologo. Non scrivo molte righe, difficile cercare di riferire le emozioni che ti assalgono e che non ti lasciano al termine della recita. Semplicemente Grazie.
Daniele 01/12/2018
Sono un appassionato del Gleno da sempre. Ci vado ogni anno e ho letto tutti i libri che ho trovato sulla tragedia. Mio nonno e i suoi fratelli e sorelle erano testimoni oculari.
Un racconto, che per quanto già noto, è stato decisamente avvincente. Complimenti vivissimi
Alberto 01/12/2018
Ho appena assistito allo spettacolo all’istituto Mantegna di Brescia. Ho vissuto ogni parola, ogni immagine ed ogni emozione in prima persona. Grazie per questo carico di emotività che rende omaggio alle troppe numerose vittime dell’aviditá Economica umana. Sei un interprete straordinario che fa da ponte tra un passato che non deve essere dimenticato ed un presente che deve saper costruire un futuro più giusto ed umano. Grazie di cuore ❤️ Sabrina
Sabrina 26/11/2019
Ho assistito a questo monologo alla piana del Gleno proprio dietro la diga. Parole semplici che spiegano molto bene la tragedia avvenuta il 1/12/1923. Quest'anno ricorre il centenario del crollo e si svolgono diverse manifestazioni per ricordarlo. Emanuele Turelli fantastico
Marina 20/06/2023
da quando lo spettacolo è stato ipotizzato e realizzato, quello che si propone oggi è ancora più raffinato. complimenti
francesco zeziola 13/11/2023
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