Dylan, un Nobel menestrello

#consiglidimusica, a cura di Davide Bonetti*

Ho scelto il brano di oggi dall'immenso canzoniere dell'(ex?) menestrello di Duluth; scelta non facile, se si pensa alla vastità della sua opera. Come molte delle sue canzoni, soprattutto quelle appartenenti al "periodo d'oro" 1963-1966, anche questa è stata analizzata, interpretata, vivisezionata alla ricerca di chissà quale significato recondito. Un'operazione che spesso si fa, con i poeti e i letterati; e se nel 2016 l'Accademia del Nobel ha tolto ogni dubbio residuo sullo status poetico di Mr. Zimmerman, e del rock in genere come forma espressiva, personalmente ho sempre guardato con diffidenza a un certo modo "invasivo" di fare esegesi dei testi; soprattutto quando si tratta di canzoni rock, una forma espressiva che non può prescindere dalla fisicità e dall'aspetto emotivo.
Mi limiterò quindi a dirvi cosa questo brano rappresenta per me.

Dal punto di vista stilistico, del sound, una vera e propria rivoluzione: fu proprio con questo pezzo che Dylan, al Festival di Newport del 1965 si alienò definitivamente le simpatie del pubblico folk più tradizionalista, impreparato al "baccano" degli strumenti elettrici. Nasce, con questo e con altri brani coevi dei Byrds e dello stesso Dylan, il folk-rock. Anche se qui la matrice è prettamente blues.

Dal punto di vista del significato e del testo, una rivoluzione non meno radicale: Dylan scopre che si possono fare canzoni di protesta non solo puntando il dito e accusando, scopre cioè l'ironia. Ecco che allora la "fattoria di Maggie" diventa una grande metafora dello sfruttamento del lavoro e, più in generale, dell'oppressione; che sia perpetrata in nome di leggi divine o presunte tali (la madre di Maggie istruisce i suoi lavoranti-schiavi su "Dio, l'uomo e la Legge"), che in essa trovino sfogo istinti sadici (il fratello di Maggie con le sue mille regole impossibili da rispettare, e che sembrano fatte apposta per punire chi le trasgredisce), che trovi la complicità delle istituzioni preposte al rispetto dell'ordine costituito, essa conduce all'alienazione ("ho un sacco di idee che mi stanno facendo uscire di testa"), all'omologazione ("tutti vogliono farti essere come loro") e in definitiva alla presa di coscienza e alla riaffermazione della propria identità.

Maggio 1965-Maggio 2020: qualcuno crede che questi temi non siano più attuali...

Ascolta il brano: https://www.youtube.com/watch?v=fgphPFNiVZw&feature=youtu.be&fbclid=IwAR2zIebq-c2rkKas8MrcYynE9XZ2JkVMzQiP710OUBXYy2pe6qeqqM3i9zE


*Coordinatore settore Musica Violet Moon