#consiglidimusica a cura di Davide Bonetti*
L'8 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Donna. La chiameremo così, dal momento che "festa della donna" ci sembra suonare riduttivo e un pò troppo succube alle logiche del mercato, che ha trasformato – con la nostra complicità passiva, sia chiaro – ricorrenze e anniversari, religiosi e "pagani" e spesso anche dalle origini nobili, in altrettante occasioni per alimentare l'insaziabile macchina del consumo.
Ma tant'è: lungi da noi la volontà di sovvertire l'ordine delle cose (ci penseranno i nostri figli?) Quello che possiamo fare è cercare di recuperare e comprendere la vera natura di questa e altre ricorrenze, restituendole al loro significato originario e facendo i conti, ed è proprio il caso del tema dell'emancipazione femminile, con i progressi fatti e con la (tanta) strada che ancora resta da percorrere, in vista di una parità troppo spesso solo auspicata, ma ancora ben lungi dall'essere raggiunta; anche, ci sia concessa la piccola nota polemica (ma con intento costruttivo), a causa di un atteggiamento a volte troppo remissivo delle donne stesse, in alcuni casi inclini ad accontentarsi di "mezze misure" come le discutibili "quote rosa", mentre le vere battaglie (la parità di salario, per dirne una) aspettano ancora di essere combattute.
Il primo atto della nostra breve "ricognizione" storica (senza pretese di esaustività) si consuma a Stoccarda dal 26 al 27 agosto 1907, quando in occasione della Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, si decide la creazione di un Ufficio di informazione: Clara Zetkin è eletta segretaria e la rivista da lei redatta, chiamata emblematicamente "Die Gleichheit" ("L'uguaglianza"), diviene l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.
1908, Stati Uniti: alla fine dell'anno il Partito socialista americano invita le sezioni locali a prevedere per l'ultima domenica di febbraio 1909 una manifestazione in favore del diritto di voto femminile.
Il 23 febbraio 1909 viene dunque celebrata ufficialmente per la prima volta la giornata della donna.
8 marzo 1917 (23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore), San Pietroburgo: le donne della capitale guidano una grande manifestazione che rivendica la fine della guerra, incontrando scarsa resistenza da parte dei cosacchi, emissari del morente Impero zarista.
Il 14 giugno 1921, infine, la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca, fissa all'8 marzo la "Giornata internazionale dell'operaia".
"For the other half of the sky..." ("Per l'altra metà del cielo..."), sussura invece John Lennon nell'introduzione a "Woman", uno dei quattro singoli tratti da "Double Fantasy", ultimo album pubblicato dall'ex Beatle nel novembre del 1980, tre settimane prima che Mark Chapman lo freddasse con cinque colpi di pistola di fronte all'ingresso del Dakota building, a New York.
"Donna... so che tu capisci il bambino che è dentro l'uomo
Per favore ricorda, la mia vita è nelle tue mani".
Musicalmente, il brano si regge su un delicato arpeggio di chitarra e su un arrangiamento decisamente scarno, se si eccettuano le armonie vocali di sottofondo quasi in stile "doo-wop".
Lennon dedica la canzone alla moglie Yoko Ono, ma il pezzo – concepito dal suo autore come una "versione aggiornata e più adulta" di "Girl" dei Beatles – ha assunto in seguito una valenza universale, assurgendo, nell'immaginario dei fan, quasi allo status di "tributo" all'intero genere femminile.
Tributo al quale ci associamo noi oggi, non senza ripetere il monito, a tutte le donne, a non accontentarsi delle mezze concessioni che qualcuno vorrebbe spacciare per vera parità di genere.
Ascolta il brano: https://www.youtube.com/watch?v=ZhfWiU8wGCc
* Coordinatore settore musica Violet Moon