#consiglidimusica a cura di Davide Bonetti*
11 settembre 2001, martedì.
8:46: il Boeing 767 (volo American Airlines 11), partito dall'Aeroporto Internazionale Logan di Boston alle 7:59 e diretto a Los Angeles con a bordo 76 passeggeri, 11 membri dell'equipaggio e 5 dirottatori, si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center di Manhattan.
9:03: il Boeing 767 (volo United Airlines 175), partito dall'Aeroporto Internazionale Logan di Boston alle 8:14 e diretto a Los Angeles con a bordo 51 passeggeri, 9 membri dell'equipaggio e 5 dirottatori, si schianta contro la Torre Sud del World Trade Center.
9:37: il Boeing 757 (volo American Airlines 77), decollato dall'Aeroporto Internazionale di Washington-Dulles alle 8:20 e diretto a Los Angeles con a bordo 53 passeggeri, 6 membri dell'equipaggio e 5 dirottatori, si schianta contro la facciata ovest del Pentagono, nella Contea di Arlington, in Virginia.
10:03: il Boeing 757 (volo United Airlines 93), decollato dall'Aeroporto Internazionale di Newark, in New Jersey, alle 8:42, e diretto a San Francisco, con a bordo 33 passeggeri, 7 membri dell'equipaggio e 4 dirottatori, non colpisce l'obiettivo previsto e precipita in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania. Si ritiene che l'obiettivo di questo dirottamento fosse il Campidoglio di Washington o la Casa Bianca.
Gli attentati provocano la morte di 2.974 persone, esclusi i diciannove dirottatori: 246 sui quattro aerei di linea, 2.603 a New York e 125 al Pentagono. Circa 292 persone vengono uccise dai detriti delle due torri o dalle persone che si lanciano nel vuoto.
Altre 24 persone sono, a tutt’oggi, elencate tra i dispersi.
Molto, forse troppo, è stato scritto e continua a essere scritto su quei fatti; teorie complottiste da strapazzo si sono affiancate a ricostruzioni più attendibili e documentate (quella di Michael Moore tra gli esempi più autorevoli) che hanno messo in luce legami poco chiari tra l’amministrazione USA e l’Arabia Saudita, patria di Bin Laden, la mente dietro gli attentati, ucciso nel 2011 e oggetto di studi e ricostruzioni che – tra l’altro – lo collocano in Pakistan nel 1979, tra le fila dei mujaheddin, addestrato dalla CIA in funzione anti-sovietica.
Molto è stato scritto, troppo è stato ipotizzato; resta la ferita gigantesca di un mondo, quello occidentale, che mai prima di allora si era sentito e mostrato così vulnerabile; resta il precipitare della situazione in Medio Oriente e l’acuirsi, forse definitivo e irreparabile, di conflitti atavici; restano le vittime delle guerre scatenate dopo l’11 settembre, per la maggior parte civili; resta un mondo diviso; resta la paura dell’altro, dello straniero, e il senso di insicurezza e di precarietà che non ci ha mai abbandonato e che forse mai più ci abbandonerà; resta il timore di far crescere i nostri figli in un mondo con il coltello fra i denti; restano, naturalmente e soprattutto, le tante vittime degli attentati e le loro famiglie.
Restano, come se fosse successo ieri, le mie lacrime quando udii la notizia alla radio, quel giorno di 19 anni fa: resta il dolore per la “mia” New York, la città più bella del mondo, dove ho avuto il privilegio di vivere per un po', colpita al cuore.
Ascolta il Brano che il Boss ha dedicato all'11 settembre: https://www.youtube.com/watch?v=6i-fiRgbpr4
*Coordinatore settore musica Violet Moon